Armi e bagagli – primapersona
di Simona Piemonte
Oggi non parlerò di un libro, ma di Primapersona, una rivista semestrale che mi è capitata casualmente tra le mani un paio di settimane fa. La foto di copertina ha attirato la mia attenzione e, assieme al titolo Armi e bagagli, fa subito intuire l’argomento di questo suo trentesimo numero.
Come sempre mi piace fare quando ho tra le mani un prodotto editoriale di alta qualità, lo maneggio un po’ e ne tasto la carta, scorro il colophon per vedere di chi è il progetto editoriale, quale lo studio grafico che ne ha curato l’impaginazione, dove è stato stampato, e così via… Poi passo alla quarta di copertina e solo dopo inizio a sfogliarne le pagine.
Magnifica la rivista, che non conoscevo, quanto il progetto che la genera. Primapersona è un periodico nato quasi vent’anni fa con l’obiettivo di pubblicare e condividere testi autobiografici custoditi nella toscana Fondazione Archivio Diaristico Nazionale onlus.
L’archivio è costituito da oltre sette mila scritti e contiene la memoria di gente comune che, con lettere e diari, racconta la storia d’Italia attraverso voci inedite.
Questo patrimonio è messo a disposizione della collettività e degli studiosi grazie a molteplici iniziative e di anno in anno il flusso di contributi cresce: in entrata sottoforma di donazioni e in uscita attraverso convegni, pubblicazioni, concorsi, produzioni teatrali e cinematografiche.

Armi e bagagli pag.10-11
I tre editoriali di questo numero – Le vie carsiche della memoria di Anna Iuso, Io emigro, essi emigrano di Marcello Flores, Senza armi o bagagli di Alessandro Triulzi – descrivono in modo puntuale e divulgativo gli esodi di popoli, diversi per origini e tradizioni, ma accomunati dallo stesso destino: la grande epopea di chi va, sapendo, a volte, di non fare più ritorno, la sofferenza della condizione di profugo, l’umiliazione di chi arriva chiedendo asilo e giustizia.
Armi e bagagli affronta il tema delle migrazioni per mezzo degli scritti provenienti dall’archivio dei diari ed è suddiviso in pratiche sezioni (Novecento / anni ’10, Novecento / anni ’20, e così via) e, anziché essere corredato da immagini d’epoca, è intercalato da fotografie recentissime.
Ed è forse questo a renderlo così contemporaneo: le fotografie di Francesco Malavolta scattate sulla rotta balcanica o quelle di Simone Mizzotti a Idomeni, trasmettono la drammaticità che accomuna i destini dei migranti di ieri e di oggi in fuga da situazioni di guerra, di persecuzione o di povertà.
In questo centinaio di pagine sono racchiuse le storie di Raffaele Gianighian, vittima della deportazione degli armeni negli anni ‘20; di Arnaldo Canciani, emigrato in Albania e costretto nel 1944 al rimpatrio in condizione di profugo; di Vladimiro Pahor, nato a Savogna d’Isonzo a cui toccarono discriminazione etnica, prigionia e maltrattamenti durante il periodo che va dal fascismo al secondo dopoguerra; di Arthur Journo, nato e cresciuto in Libia e poi espulso, negli anni ’40, che ha collaborato ad una operazione clandestina per salvare decine di migliaia di ebrei.
Troviamo anche le storie di Tommaso Angelone, abruzzese emigrato negli anni ’50 prima in Belgio per fare il minatore e poi verso il Brasile, il Canada, il Sud Africa, l’Arabia Saudita, trascorrendo così una intera vita da esule conclusasi poi con il rientro in patria; di Antonio Sbirziola, partito all’inizio degli anni ’60 dalla Sicilia alla volta dell’Australia senza sapere esattamente dove fosse, per ritrovarsi inserito in un campo per immigrati; di Jemilla Hassen, eritrea costretta a nascondersi con i guerriglieri e a subire le atrocità della guerra; fino ad arrivare a quella di Raffaele Favero, fotografo affascinato dall’oriente morto sotto un carro armato durante l’invasione sovietica del 1979 in Afghanistan.
Sono tante le testimonianze, i racconti di fuga e viaggi della speranza, in questa rivista che, come accennano sul sito della fondazione, è un piccolo omaggio di carta a tutti coloro che hanno scommesso la posta della sopravvivenza, pur di vivere e far vivere la propria famiglia in condizioni più dignitose.
Primapersona – percorsi autobiografici, Armi e bagagli, anno XVIII, n.30 di marzo 2016 è un semestrale della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale onlus
Pagine: 120
Edito da Forum Editrice Universitaria Udinese